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Meloni non è la schiacciatrice del nemico

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Un confronto con la futura Premier servirebbe a utilizzare bene il PNRR, a trovare la quadra e derubricare dal conflitto almeno i temi cruciali del Paese: salute e welfare, benessere sociale e povertà

Il Paese ha votato e non proprio banalmente, come proveremo a spiegare. Il risultato è chiaro, come non lo era da molti anni: almeno sulla carta non ci sarà da ricercare maggioranze in Parlamento (non avveniva da almeno un decennio). L’affluenza è calata ancora, ma non tanto come avvenuto in altri Paesi europei. Chi va a votare sceglie. Il risultato può poi piacere ad alcuni e ad altri no. Quelli a cui non piace, tra l’altro, in quasi tutte le tornate sono sempre in numero maggiore rispetto al 50% della popolazione, frutto marcio di una legge elettorale che nessuno vuole cambiare (fatta eccezione per la recentissima e apprezzabile posizione di Antonio Decaro che ne ha proposto la immediata modifica) e che crea una maggioranza in Parlamento e una nel Paese.

È indubbio che il popolo dei segnali li ha però dati.

Sicuramente di alternanza. È altresì vero il tema espresso da Giuseppe Conte quando afferma che, se bisogna discutere di riforme costituzionali e di ampio respiro, con un elettore su tre astenuto, aver vinto le elezioni non autorizza riforme non concertate con le opposizioni (e io aggiungerei con le forze sociali) rappresentando espressamente la maggioranza di governo del Paese solo il 43% del 64% circa del Paese stesso.

Il tema introdotto dall’ex presidente Conte può diventare particolarmente interessante e suggestivo, se usciamo dal recinto della dialettica maggioranza/opposizione e della rappresentanza (temi, per carità, non banali) per addentrarci nel tema etico già affrontato in una precedente riflessione nel contesto del conflitto russo ucraino dell’abbraccio del nemico.

Grazie alla mia esperienza associativa nelle ACLI ho conosciuto Giorgia Meloni. Non la vedo da quando da ministro della gioventù assieme al ministro per il Sud Raffaele Fitto furono ospiti del Congresso Nazionale dei Giovani delle ACLI di Bologna del 2008. Il carattere della futura premier era indubbiamente simpatico e gioviale, sul pezzo sui temi politici e sociali. Se ha conservato quel profilo, non me ne vogliano a sinistra, c’è molto poco di neo fascismo e anche una adeguata apertura al confronto. Saranno ovviamente i fatti a giudicare.

La presidente in pectore ha la straordinaria occasione di sdoganare la sua (per me ingiusta) immagine di essere una schiacciatrice del nemico, consentendogli di mettere all’angolo tutti i guastatori e professionisti del conflitto che da destra a sinistra nel mancato abbraccio del nemico hanno costruito le proprie fortune.

Servirebbe al panorama politico per maturare nella direzione della pacificazione sociale su cui costruire un clima ri-costituente, l’unico che può farci ripartire nel dramma sociale che la popolazione sta vivendo, troppo ancora minimizzato in nome dell’evitar terrorismi psicologici che non possono però nemmeno essere soffocati, perché i fatti son fatti e alcuni di questi, come le speculazioni su energia e gas, quelli delle banche sui tassi di interesse, l’inflazione, la povertà, ecc. non soggiacciono alle percezioni psicologiche, ma gridano nella loro oggettiva drammaticità.

Servirebbe a utilizzare bene il PNRR, non immergendolo nelle polemiche e nei conflitti, che sciuperebbero la più grande iniezione di risorse pubbliche dal dopo guerra. Servirebbe a costruire il terreno fertile per cacciare i mercanti dal tempio, quelli che si innestano nelle divisioni del Paese e che hanno inondato le file della immeritocrazia. Servirebbe a trovare la quadra e a derubricare dal conflitto almeno i temi cruciali del Paese: salute e welfare, benessere sociale e povertà anzitutto. Basta mettere ricchi contro poveri, malati del Sud contro quelli del Nord, immigrati contro cittadini. Si competa su chi è più capace, su chi è onesto e chi no, su chi vuole bene a tutti gli esseri umani, su chi non vuole disuguaglianze e chi egoisticamente sì; su chi sceglie la via della competenza, della passione e del sacrificio e chi invece sguazza nella immeritocrazia aspettando che i frutti del sistema un giorno lo privilegino nella lista d’attesa delle scorciatoie. È il tempo delle soluzioni, non delle analisi!

La stagione dell’abbraccio del nemico sarà quella giusta che inizia con questa legislatura? Riuscirà la legislatura targata Meloni (caratterizzata dal rischio della fine del centro sinistra, dopo l’oggettivo risultato di Giuseppe Conte, e dal ritorno granitico del centro destra), a bucare il muro di gomma fintamente democratico di leggi elettorali conserva casta e del conflitto come metodo di governo e opposizione di autoconservazione del potere? Trasformerà, Giorgia Meloni, il miracolo elettorale che l’ha portata in pochi anni a moltiplicare per 6 e per 7 le sue cifre elettorali, nel miracolo etico e sociale dell’abbraccio del nemico, rimuovendo l’etichetta di una destra che non c’è più? E la sinistra si evolverà nelle forme della socialdemocrazia moderna che si depura dei veleni e delle polemiche e si veste da interprete autorevole e competente di una sensibilità spiccatamente sociale?

Immagine in evidenza di Steve Buissinne, Pixabay

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Gianluca Budano

Welfare manager pubblico, esperto in materia di politiche socio-sanitarie, ha diretto numerose amministrazioni pubbliche, anche in funzione di sovraordinato del Ministero dell’Interno in Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. Co-Portavoce nazionale di Investing in Children – Alleanza per l’inclusione e il benessere dei minori in Italia, già Consigliere di Presidenza Nazionale ACLI, Consigliere di Amministrazione di Terzjus – Osservatorio Nazionale di diritto del Terzo Settore, della filantropia e dell’impresa sociale, componente del Direttivo Nazionale del Forum delle Associazioni Familiari, dirigente di Avviso Pubblico – Associazione di Enti Locali e Regioni contro le mafie.